Sintesi finale

Questo blog è stato realizzato in occasione del corso di Storia delle Cose tenuto da Vittorio Marchis presso il Politecnico di Torino, durante il primo periodo didattico dell'a.a. 2017-2018.

Lo scopo perseguito è stato quello di ripercorrere i canali artificiali secondo molteplici loro aspetti.
Non si è quindi solo trattato soltanto l'aspetto meramente ingegneristico, ma si è dato ampio spazio a tutte le realtà che ruotano attorno ad un argomento così vasto e frastagliato, con la volontaria intenzione di uscire dagli schemi tradizionali e lasciare spontaneamente nascere le più disparate interconnessioni possibili. Attraverso il cloud di idee si può avere una prima impressione di quanto articolata sia la materia cui ci si accinge ad affrontare, mentre la mappa concettuale dà un'idea più precisa del percorso svolto.

La trattazione che è stata effettuata è dunque di ampio respiro e tiene conto di numerosi contenuti che un lettore, poco esperto del tema, troverebbe estremamente interessanti nella maniera in cui sono interconnessi fra loro.
A tal proposito si invita alla lettura dell'abbecedario, coacervo di riferimenti a tutto ciò di cui si è parlato: al di là del fatto che possa risultare interessante, l'abbecedario può essere un utile trampolino di lancio per addentrarsi nei più reconditi meandri del blog.

Il lungo e articolato percorso  nel quale il presente blog è venuto a formarsi è iniziato dalle basi. Dapprima era necessario infatti costruire basi solide su cui ergere le più intricate diramazioni che si sarebbero in seguito create, e cosa può essere più semplice, e allo stesso tempo solido, di una definizione di canale artificiale?

Si è allora intrapresa una strada che è andata nella direzione dei canali artificiali finalizzati alla navigazione (e quindi al trasporto): a questo proposito è stato importante definire le peculiarità delle forme sostitutive del canale artificiale e delinearne gli elementi costitutivi.
L'aggettivo "artificiale" significa infatti che l'oggetto in esame è un prodotto dell'uomo che sostituisce qualcosa  già presente in natura. In proposito si è fatto un riferimento alla scelta dei luoghi in cui costruire il canale artificiale con spunti inerenti a possibili future costruzioni in Nicaragua e nel Bosforo. Ma allora sorge spontanea la domanda: esistono i canali naturali? O meglio, qual è il corrispettivo naturale del canale artificiale? La risposta è semplice: dipende. Sì, esistono nell'oceanografia i canali naturali e questo aspetto si tiene in conto nel corso della trattazione, però i canali non si limitano soltanto a imitare i canali naturali: il canale artificiale infatti può avere diverse funzioni e a seconda del compito che assolve possiamo trovare un oggetto in natura che il canale artificiale supplisce.

Nel caso di questo blog i canali artificiali in esame sono grandi vie di comunicazione, dunque possiamo individuare come elemento corrispondente in natura i grandi fiumi e gli stretti bracci di mare tra isole o tra isola e continente. Queste due realtà naturali vengono infatti impiegate dall'uomo ai fini della navigazione.

Il canale come molte delle opere ingegneristiche sopperisce alla necessità di rispondere a determinate specifiche di cui chiaramente si è tenuto conto.

A questo punto è quasi inutile sottolineare che si è approfondito il tema dei trasporti, data la loro forte e intrinseca connessione che hanno con i canali artificiali. Ad essi sono dedicati riferimenti in diversi post afferenti allo sviluppo delle navi portacontainer tra il XX e il XXI secolo, senza prima aver fornito una panoramica delle tipologie di navi mercantili. In relazione a questa tematica si è fatto riferimento alle compagnie dei navigazione che rappresentano gli utilizzatori del canale artificiale.
Si è poi giunti ad affrontare un aspetto prettamente economico che riguarda l'impiego del canale come via di comunicazione che è il pedaggio.

Sotto la lente di ingrandimento sono stati posti il canali artificiali di Suez, di Panama, e Corinto di cui si ritrovano ampi riferimenti in molti post. In particolare si è fatto un confronto basato su dati statistici dei passaggi attraverso i canali di Panama e Suez e ulteriori considerazioni cui dati storici sui passaggi attraverso Suez sono stati messi in relazione con lo sviluppo dei transiti nel futuro prossimo.  Si è trattato il tema del crescente flusso attraverso il canale di Suez in cui l'Italia assume un ruolo di primaria importanza.

Il grande tema ingegneristico sul canale artificiale non è stato certo trascurato, sono diversi infatti i post che si focalizzano sull'ampliamento dei canali artificiali, in cui protagonisti indiscussi sono Panama e Suez  e sui rischi che la loro costruzione comporta.  Nel 2015 è stato ultimato il raddoppio del canale di Suez in relazione al quale si è individuato un articolo di giornale di La Repubblica.
Non da meno è sicuramente l'ampliamento del canale di Panama, in cui hanno giocato un ruolo centrale importanti industrie, tra cui l'italiana Salini Impregilo.

Non si è sicuramente tralascianto l'aspetto delle tecnologie dei canali artificiali: chiuse, fiore all'occhiello del canale artificiale dal punto di vista ingegneristico. In seguito a un'analisi brevettuale intorno a questo tema si è risaliti a un brevetto n. US194922A  pubblicato nel 1877 da un luogotenente dell'esercito americano circa il funzionamento dell'automatismo delle paratoie.

Come ci si poteva poi dimenticare dell'Aida di Giuseppe Verdi scritta in occasione dell'apertura del canale di Suez,  e di tutta la musica che è stata prodotta in cui si fa riferimento al canale artificiale? Anche la letteratura narrativa occupa una posizione rilevante nei canali artificiali, per non parlare della fumettistica e dell'arte.

Nell'ambito della realizzazione del blog sono stai anche fatti riferimenti storici, di cui alcuni inerenti alla seconda guerra mondiale: si rimanda al passaggio del sottomarino tedesco U-Boot 88 attraverso il canale di Panama e alla nascita dei battaglioni Paracadutisti e Nuotatori nati in seguito a una vicenda sviluppatasi nel 1943 intorno al canale di Corinto.

Non si sono volute omettere le numerose avventure intraprese all'interno dei canali artificiali: nei post è possibile leggere del salto del canale di Corinto con la motocicletta, il tuffo nel canale di Panama da un'altezza di 108 m e le magnifiche evoluzioni del pilota ungherese Péter Besenyei tra le strette e rocciose sponde del canale di Corinto.

In ultima battuta si sono fatti riferimenti al turismo: il canale di Panama e le sue chiuse costituiscono un'attrazione turistica, e lo è anche il profondo è stretto canale di Corinto. Suez non rientra in questa categoria: nel post si è evidenziato quanto sia il turismo poco sviluppato nelle regioni che questo canale attraversa.



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